Anche quest’anno Luci d’Artista è stato smontato. Io e il Collega Franco Galvagno abbiamo avuto il privilegio di seguire la sicurezza di alcune opere. L’idea di illuminare la città di Torino coinvolgendo artisti contemporanei è nata nel 1997. L’amministrazione comunale proponendo di migliorare la qualità delle luminarie natalizie creò una occasione di cultura (bei tempi!). Nel 1998 ebbe luogo la prima edizione di “Luci d’Artista” e furono coinvolti 14 artisti che diedero vita ad una vera e proprio opera d’arte a cielo aperto. Anni fa mi trovai a chiacchierare in inglese con un turista svedese (chi mi conosce bene è consapevole della tragedia che era in corso) in una hall di un albergo ad Amsterdam. Questi, apprendendo che venivo da “Turin”, sillabò con una certa difficoltà “Luci d’Artista”, lasciandomi di stucco. In effetti con il tempo la qualità delle installazioni è cresciuta in modo esponenziale con 28 artisti di cui 21 italiani e 7 provenienti da diversi paesi europei. Il segreto del successo di “Luci d’Artista” è quella di utilizzare luoghi pubblici accessibili a tutte le persone. Questi spazi sono nobilitati dalla presenza di installazioni luminose colorate e di forme differenti. A partire dal 2001 poi questa rassegna è diventata l’evento più importante di un programma dedicato all’arte contemporanea. Quest’anno noi abbiamo operato su “Ancora una volta” di Valerio Berruti in Galleria Subalpina, su “Palle di neve” di Enrica Borghi in via Roma, su “Migrazione (Climate change)” di Piero Gilardi in Galleria San Federico e in “Tappeto volante” di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città.