Il 63esimo Congresso è terminato. La comunità della conoscenza si è proposta quale prima forza di questa Nazione. Come ingegneri bisogna affrontare la gerarchia delle necessità e impegnarsi a contribuire alle soluzioni. Classe dirigente che si assume le sue responsabilità senza essere diretta e influenzata dai sondaggi di opinione. Categoria che si sottopone ad un codice deontologico e quindi regolamentata a favore della collettività. Questi sono i propositi che emergono dalla platea e dai relatori. La volontà di costruire una base su cui fondare la nuova classe dirigente di questo Paese è stata dichiarata. Ora risulta necessario mettere in campo azioni culturali e politiche perché questo avvenga. Le azioni che scaturiranno dopo questo Congresso consentiranno di vedere chi nelle nostre strutture politiche interne è in grado di assolvere a questo ruolo ed è in grado di portare a compimento questa missione. Bisognerà realmente iniziare ad interloquire con le istituzioni, facendo tesoro degli strumenti di comunicazione più avanzati, con l’obbiettivo di costruire una nuova classe dirigente per la necessaria modernizzazione del Paese. Questo dovrà comportare anche uno sforzo di condivisione e di aggregazione con le altre realtà professionali con lo scopo di individuare e di elaborare proposte che possano portare sviluppo e benessere a tutto il Paese.