Il COVID 19 sta imponendo un nuovo modo di relazionarci durante le attività lavorative. Appare assolutamente importante adottare una disciplina nella vicinanza interpersonale, che impone di mantenere una distanza superiore al metro tra lavoratore e lavoratore. Questo distanziamento sociale è da tenersi quale procedura da soddisfare essenziale per evitare il contagio dal virus SARS-COV-2. Essendo un virus respiratorio, questo si può diffondere, anche, attraverso le goccioline del respiro delle persone infette. L’obiettivo del distanziamento sociale è ridurre la velocità di diffusione del virus, spostando in avanti nel tempo il picco epidemico e riducendone l’altezza, spalmando i casi su un arco temporale più lungo, in modo da consentire di porre in atto le necessarie misure di prevenzione e cura. Quando effettive necessità di lavorazione comportano l’avvicinamento interpersonale a distanze minori al metro, non essendo sodisfatta la misura procedurale del distanziamento sociale, è necessario gestire il rischio residuo, rispetto alla generalità della lavorazione, utilizzando specifici D.P.I. . I facciali filtranti o semimaschere FFP2 e FFP3 oppure le maschere dotate di filtri P2 e P3. Il distanziamento sociale resta quindi la misura di protezione collettiva, che mai deve essere trascurata, e solo per gestire il rischio residuo, bisogna affidarsi alle semi-maschere o ai facciali filtranti. Indossare questi dispositivi in maniera corretta comporta misure di formazione ed addestramento, in modo che sempre questi vengano indossati correttamente.