Ho partecipato, a distanza, e a titolo personale, al 65° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’ Italia, che si è tenuto a Parma. Iscritto ad un Ordine piemontese, non potevo regolarmi diversamente. Il mio percorso istituzionale mi ha consentito, negli anni, di partecipare a molti di questi eventi nazionali in presenza. Devo dire che l’esperienza in remoto è stata nuova ed interessante e la mancanza della presenza fisica è stata compensata dall’alto profilo di quanto è avvenuto. Non ricordo di aver visto, nelle passate edizioni, intervenire cinque ministri in carica e una così nutrita rappresentanza del mondo istituzionale, economico e culturale. Trentamila visualizzazioni sono un successo meritato per i Colleghi di Parma, che hanno realizzato con amore questo evento. Partecipare come osservatore esterno e come semplice iscritto, mi ha consentito lo stesso di essere parte di un cambiamento epocale nel mondo delle relazioni della Categoria. Gli ingegneri hanno avuto la possibilità di gettare un occhio al futuro e alle prospettive di ripartenza, dopo questa terribile crisi sanitaria ed economica. Il Piano di Ripresa e Resilienza, del nostro Paese, avrà gli ingegneri come protagonisti e, nel corso del Congresso Nazionale, è stato puntualmente esaminato, diventando momento della consapevolezza del ruolo e dell’unità degli intenti dei nostri Ordini. Esserne spettatore mi ha sradicato dalla marginalità territoriale in cui vivo e mi ha riportato a respirare un’aria di vera sinergia nazionale. Partecipare ha voluto dire “saper cogliere con capacità di visione, stando dentro i processi di questo nostro Paese” quanto la Categoria potrà fare per la Nazione. Speriamo che i Consigli degli Ordini del prossimo mandato possano nuovamente incontrarsi, o in remoto o in presenza, per poter continuare insieme questo percorso, in spirito di unità e di servizio per la Categoria, per la Società e per le Istituzioni.