Sono al Congresso con grandi aspettative. Nel disordine generale politico, sociale ed economico di questi ultimi mesi ho finalmente l’occasione di confrontarmi con i Colleghi di tutta Italia. Le diverse esperienze e i diversi contesti operativi, senza dubbio, saranno occasione di riflessione di fronte allo sconforto che sento sempre più presente nel nostro territorio. L’accoglienza dei Colleghi di Caserta è calorosa e quanti sono stati ospitati e anche gli accompagnatori non perderanno occasione per ingraziare il Presidente Severino e i suoi Consiglieri che hanno saputo fare l’impresa.
Si inizia con i discorsi delle autorità tutti tesi ai problemi centrali di questo Paese : il lavoro e l’occupazione. I politici si allineano sui commenti triti e ritriti che posso trovare in qualunque articolo di un quotidiano. Quelle cose che i giornalistici mettono dopo le prime quaranta parole per chiudere un articolo spento e cercare di avere consenso. Nella banalità generale alcuni pensieri e alcune notizie. Qualcuno evidenzia che in questo paese anche i tecnici considerano le regole come una sofferenza e come un limite. La disciplina delle azioni è vissuta come un peso. Qualcun altro evidenzia come uno dei problemi più sottovalutati è qual è l’effettivo ruolo dell’ingegnere nella società italiana, argomento su cui si dovrebbe maggiormente approfondire la riflessione. In Germania gli ingegneri sono il doppio rispetto ai nostri e sono impegnati nel manifatturiero ad alto livello. Lo stesso trattamento salariale di ingresso nel mondo del lavoro è più soddisfacente. La riflessione su questa tematica porta ad una conseguenza sconvolgente. Se i salari rimangono comunque bassi anche se sono un ingegnere, perché devo impegnarmi e studiare. Si introduce così il concetto di deflazione della formazione e conseguente impoverimento intellettuale e tecnico di una Nazione. Risulta quindi necessario garantire ai giovani ingegneri fin dall’inizio dignità e considerazione economica, in cambio dell’impegno e del tempo che hanno profuso negli anni della sua formazione.
Comunque un intervento mi ha particolarmente colpito. Sul palco è salita la Signora Michela Murgia, scrittrice, vincitrice del Premio Campiello. Vorrei avere la capacità di trasferire le emozioni che ha saputo creare, ma io sono solo un ingegnere. Il tema che io ho colto lo comunico citando una sua affermazione : “L’esperienza si trasforma in memoria quando c’è una narrazione che ne rappresenti l’essenza ricordandone la trama”. Tra chi racconta e chi produce il filo di congiunzione è la narrazione e non si può capire quello che è stato fatto senza che questo non venga raccontato. Noi che produciamo abbiamo l’obbligo morale di comprendere quello che stiamo eseguendo, perché lavoriamo per quanti verranno dopo di noi. L’esperienza deve essere narrata per poterla trasferire nella sua più profonda essenza.
Finalmente è salito sul palco il Presidente CNI Ing. Armando Zambrano. Ripercorrendo il percorso che ha portato alla preparazione di questo Congresso, ha ricordato come la precedente edizione nazionale si fosse conclusa con l’auspicio di un Paese che finalmente incentivasse il lavoro, favorisse l’innovazione e creasse più opportunità. In questo anno le delusioni sono state tante e il nuovo auspicio è la crescita , la sostenibilità e la legalità senza tollerare ulteriori ritardi sulle riforme necessarie. Necessaria è quindi la riorganizzazione della categoria e la interazione con le altre professioni in particolare con quelle tecniche. I problemi degli ingegneri coincidono con i problemi del paese e devono essere risolti. Gli ingegneri da parte loro hanno attuato in breve e con successo tutti i provvedimenti richiesti dalla riforma del sistema ordinistico a dimostrazione che questa è stata intesa come un meccanismo di crescita. Questo per gli iscritti comporta e ha comportato oneri e impegni assolutamente nuovi. La attuazione della formazione continua è uno di questi aspetti. Gli altri sono l’assicurazione professionale obbligatoria, la libertà di far pubblicità degli studi, lo svolgimento in forma societaria della professione, l’albo unico nazionale, nuove regole elettive e l’obbligo di formalizzare prima dell’incarico il preventivo delle attività da svolgere. Inoltre sono stati istituiti i Consigli di Disciplina autonomi da quelli Amministrativi. A questo è stata affiancata anche la riforma del Codice Deontologico e delle sue linee guida impegnate sulla correttezza e sulla moralità. Con grande interesse da parte di tutti è stato nuovamente affrontato il tema delle tariffe. Assodato che queste non esistono più e non potranno più esistere è pacifico che la tutela del cliente passa anche nella individuazione di standard professionali minimi collegati ad una corrispondente determinazione minima di compensi. Il Presidente Zambrano ha inoltre comunicato l’istituzione di una apposita agenzia per la certificazione delle competenze acquisite da un professionista nella propria vita professionale con verifiche esterne ed imparziali. Si è nuovamente parlato di tirocinio ma questa volta volontario, teso a semplificare l’esame di stato. Si è inoltre evidenziato l’incremento delle iscrizioni agli Ordini territoriali con un forte incremento degli ingegneri giovani e donne. Al gennaio 2014 risultano iscritti 227’710 Colleghi. Il Presidente ha strappato l’applauso quando ha evidenziato come lo Stato a dirigere le proprie aziende e società pubbliche manda molto spesso politici riciclati invece di cogliere nel bacino degli ingegneri gestionali. La mala politica, l’assenza di riforme el durata breve della esperienza governativa (4 governi in 3 anni) allontanano con grave danno per il sistema paese, ogni giorno giovani che formati con investimento nazionale portano la loro professionalità all’estero. Altro aspetto trattato è stato il progetto delle opere pubbliche affidato alle imprese. La diversa vocazione delle imprese (il profitto) rispetto all’etica delle professioni regolate comporta un altro danno per la Nazione con criticità di realizzazione in tempi e con costi certi. Guardano i paesi esteri si vede inoltre che se in Italia il costo riconosciuto alla progettazione è minore del 2% del costo dell’opera, in Francia si riconosce il 16% e in gran Bretagna il 32%. Si deve tornare ad una seria centralità del progetto. E’ stata inoltre affrontata l’inutilità del POS per i nostri colleghi, che nulla aggiunge alla lotta all’evasione (abbiamo già la tracciabilità dei pagamenti), serve solo a fare un piacere al sistema bancario. Questo poi avviene in un momento in cui il reddito medio degli ingegneri liberi professionisti si attesta a poco più di 32’000,00 euro, con un decremento del 31% dal 1999. In che modo gli ingegneri possono concorrere al rilancio dell’economia del Paese? Possono sostituire in modo qualificato le pubbliche amministrazioni nell’emettere pareri ad essa spettanti secondo un moderno principio di sussidiarietà. Ma questo comporta leggi certe e chiare, prive di valutazioni discrezionali legate alla diversa formazione o sensibilità di ogni singolo funzionario pubblico. L’adozione di un Regolamento Edilizio Comunale Unico va in questa direzione. Le leggi devono essere chiare e applicabili. Dobbiamo essere fautori della introduzione nel Paese di una vera cultura della prevenzione soprattutto dai rischi ambientali, sismici e idrogeologici in un territorio diffusamente antropizzato, poco manutenuto e di fronte ad evidenti cambiamenti climatici. Ma oggi il tema principale resta il lavoro, infatti questo Paese può ripartire solo se si abbandona la rendita e si scommette sul lavoro. Sconfortante è invece il silenzio del Governo dei partiti delle forze sociali ed economiche sul lavoro professionale che tanto dà sul tema della innovazione e della qualità. Come al solito l’Italia è indietro, perché in Europa ci si è già accorti che le libere professioni sono una componente fondamentale di ogni società democratica. Con un notevole potenziale di crescita per l’occupazione ed il PIL. In questa ottica si possono adottare importanti strategie per la gestione dei fondi europei. che possono vedere piccole imprese e professionisti come nuovi attori. In questo clima gli Ordini devono cambiare pelle servendo agli iscritti i servizi che questi richiedono. Le professioni dovranno essere protagoniste della rivoluzione che riformerà il Paese e gli ingegneri, naturalmente aperti all’innovazione, ci sono. Si presentano nuovi orizzonti. Pensatori come Jerimy Rifkin parlano di società marginale a costo zero e nuove opportunità si aprono. Nuove idee si presentano sul mercato. I prosumers (produttori e consumatori) diventano una realtà con il diffondersi di stampanti 3D.e si parla di una terza rivoluzione industriale. Il futuro è di nuovo degli ingegneri e del sapere ingegneristico. Per questo gli ingegneri ci sono, hanno un sistema ordinistico riformato ed efficiente, rispettano principi etico deontologici e si aggiornano, seguendo percorsi che ci hanno reso più efficienti, competitivi e competenti.