Si è tenuto il 27 maggio 2016 ad Ancona, presso il Tribunale nell’Aula 1 al quinto piano, il Convegno “Sicurezza sul Lavoro e Processo Penale”. L’evento era a cura della Università di Camerino, Scuola di Giurisprudenza e dell’Osservatorio sulla Legalità d’Impresa. Numerosi interventi di alto profilo hanno coinvolto il pubblico di professionisti presente. Particolare interesse hanno destato gli interventi relativi alla responsabilità amministrativa degli enti, rinveniente da reato dei propri collaboratori (D. Lgs. N. 231/2001). Si riportano alcune suggestioni tratte da singoli interventi, senza avere la presunzione di riportare la trattazione nella sua completezza e tutti i contributi. La professoressa Maria Lucia di Bitonto, Direttore Master di II Livello in Diritto e Processo Penale della Sicurezza del Lavoro, ha fatto notare come quando l’impresa diventa imputato, e la si deve colpire, alcuni costi gravano sui dipendenti che possono perdere il posto di lavoro. Bisogna sempre trovare il giusto equilibrio e questo può avvenire solo avendo regole certe, condivise e prevedibili. Lo scopo reale della legge deve essere quello di favorire le aziende che operano nella legalità, favorendo la costruzione di processi produttivi che evitano l’illegalità. La Professoressa Antonella Marandola, professore Ordinario di Procedura Penale dell’Università LUM Jean Monnet, trattando il tema dell’interesse e del vantaggio tratto dall’impresa e della funzione dei modelli organizzativi, è entrata nel vivo della questione. In particolare ha evidenziato come l’impresa risponda per colpa di organizzazione e che il modello, che deve essere adottato, deve essere idoneo a prevenire quella fattispecie di reato per sollevare l’impresa. Interessante la considerazione che l’applicazione della Norma sta spostando il riferimento, dalla prevenzione alla premialità, per le aziende virtuose. Il dott. Ciro Santoriello, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha disquisito sul concetto del controllo messo in atto dal Datore di Lavoro, spiegando che è necessario concentrarsi non su chi è stato, ma su cosa è successo. Il vero controllo si fa organizzandosi. Ha ricordato che l’illegalità sul luogo di lavoro è un costo. Il lavoratore qualificato, che sa fare solo lui quella procedura, nel momento che è assente, per l’infortunio o per la malattia professionale, genera un costo grave per la attività produttiva. Nella azienda il lavoratore deve essere motivato a lavorare in sicurezza, deve avere un senso ed un orgoglio di appartenenza, deve essere fidelizzato. L’ing. Fulvio Giani, libero professionista ed esperto di sicurezza Titolo IV D. Lgs. N. 81/2008, ha portato il contributo del tecnico coordinatore e ha fatto un veloce approfondimento su come si presenta un cantiere e su quali sono le caratteristiche delle imprese esecutrici. Ha evidenziato il concetto della sottovalutazione del rischio e ha trattato la Norma e la abituale procedura operativa posta in atto dal coordinatore in fase di esecuzione nei cantieri edili. Il dott. Andrea Buti, avvocato e mediatore, ha proposto un atteggiamento diverso nel gestire la comunicazione della sicurezza, affidandosi alle leggi del marketing. Ha trattato la questione secondo i suggerimenti del filosofo ed economista Matteo Motterlini. Sono stati trattati temi legati alla filosofia della scienza, alla economia comportamentale e alla neuro economia, con particolare riferimento a Daniel Kaheman. Nel libro “Pensieri Lenti e Veloci” si spiega come le decisioni, che prendiamo tutti i giorni, derivino dal sistema primordiale primitivo, istintivo e veloce, piuttosto che da quello lento che dà suggerimenti migliori, perché fondati su fatti concreti elaborati con criterio. Ha inoltre trattato il tema del cosa dire e di come dirlo, ragionando sul valore del concetto di manipolazione. Hanno concluso il dott. Alberto Mari e l’ing. Sergio Botta auspicando una visione unitaria sui sistemi di gestione, ricordando che è necessario definire la “governance”, definire gli obbiettivi e controllare i risultati ottenuti. Suggestiva l’immagine che il D. Lgs. N. 81/2008 è la foto della sicurezza, mentre il S.G.S. è il film di tutti i giorni. Il pubblico, formato da professionisti e da rappresentanti del mondo della produzione, ha seguito con attenzione e partecipazione.