Nei momenti difficili della vita, tutti noi scopriamo le incredibili capacità di ripresa che solitamente sonnecchiano nel nostro intimo. In tutti noi, in questi momenti, emerge la attitudine a far fronte positivamente ad eventi che ci cagionano un trauma, riorganizzando la nostra esistenza di fronte a difficoltà che, di primo acchito, appaiono insormontabili.
Lo stesso deve accadere al sistema più complesso che si chiama Nazione, quando le contingenze appaiono tutte tese a complicare il processo di rinascita e di ripresa.
Serve una speranza condivisa che consenta un gesto di orgoglio, per far ripartire il processo di trasformazione radicale di una società intontita da miserie economiche, culturali e sociali.
Ispirandosi alle conclusioni del Convegno”Gestione sostenibile del costruito: proposte per la sicurezza e l’efficienza energetica” che l’ENEA ha recentemente tenuto a Roma, si può immaginare quale può essere una delle nuove frontiere del nostro Paese.
Chiaramente “non è una frontiera che assicuri promesse, ma soltanto sfide, ricca di sconosciute occasioni, ma anche di pericoli, di incompiute speranze e di minacce (John Fitzgerald Kennedy – 14/07/1960)”.
Per capire il senso di quanto si può fare, bisogna prendere atto dello stato dell’intero patrimonio immobiliare della nostra Nazione, sia nella sua componente pubblica che in quella privata, sia nelle residenze che nelle strutture produttive.
Quanto è stato edificato nei decenni della ricostruzione postbellica, allo stato delle più recenti conoscenze tecniche, non sempre soddisfa la sicurezza strutturale, impiantistica e l’efficienza energetica.
Sotto gli occhi di tutti è la tragedia di questi giorni e proprio in un insospettabile contesto territoriale. Questa drammatica attualità deve però essere il motore di una ripresa non solo locale, ma di tutto il resto del Paese.
Senza bisogno di bruciare nuovo territorio, sottraendolo al paesaggio e alla agricoltura, la nostra Nazione può diventare un Cantiere, teso ad una generale messa in sicurezza, strutturale e impiantistica, del patrimonio immobiliare e alla sua riqualificazione energetica.
La Nazione così favorirà la ripresa del comparto trainante dell’edilizia, attivando un processo virtuoso di risparmio energetico e di riqualificazione edilizia. La cronaca del Convegno citato riferisce che è stato presentato uno schema di proposta legislativa, che prevede l’istituzione di un’assicurazione, obbligatoria, che sollevi lo Stato dalle spese di ricostruzione a seguito di distruttivi eventi calamitosi.
Il costo di tale assicurazione dovrebbe variare in funzione delle condizioni di ogni singolo immobile. L’accettazione del rischio di conseguenze dannose da parte del proprietario, a fronte dell’effettivo degrado dell’immobile, dovrebbe condizionare l’importo del premio assicurativo. Secondo meccanismi, che andrebbero approfonditi, tale tesoretto dovrebbe alimentare un sistema di fondi da utilizzare nel campo della sicurezza e del risparmio energetico.
Tale situazione sarebbe di stimolo all’effettuazione degli interventi di carattere strutturale, impiantistico ed energetico. L’innescarsi di questo processo virtuoso, consentirebbe di affrontare le future inevitabili calamità con strutture più adeguate a favorire una evacuazione sicura e una meno onerosa successiva riparazione.
Fulvio Giani, ingegnere libero professionista.