L’utilizzo delle PLE può comportare rischi supplementari a quelli dell’attività lavorativa, nel caso in cui sia necessario provvedere sollecitamente all’evacuazione dei lavoratori, in caso di emergenza. Tale eventualità potrebbe verificarsi a fronte di situazioni quali: a) malessere o infortunio dell’operatore sul cestello; b) malfunzionamento della pompa principale; c) malfunzionamento dell’impianto elettrico. Indipendentemente dalla tipologia delle PLE, oltre ai comandi sulla piattaforma, sono presenti comandi di emergenza, nell’apposito quadro di comando a terra. Essi sono azionabili da un operatore che si trovi a terra, purché sia debitamente informato, formato e addestrato, ovvero sia abilitato alla conduzione delle PLE come da Accordo Stato-Regioni del 22 Febbraio 2012, e conosca il Libretto d’Uso e Manutenzione della macchina, il quale deve essere sempre disponibile a bordo, per eventuali necessità. Pertanto, il lavoro in quota con PLE non può avvenire in solitudine, bensì deve sempre essere assistito da terra, da almeno un addetto che possa eseguire le manovre di emergenza. Qualora non sia possibile azionare i comandi di emergenza della PLE, è possibile attivare un’operazione di soccorso utilizzando un’altra PLE in affiancamento, tenendo presente che: a) le due piattaforme devono essere perfettamente accostate, senza aperture intermedie, per non incorrere in rischio di caduta dall’alto; b) anche la seconda PLE deve prevedere una squadra composta da 1 manovratore in quota e 1 assistente a terra, entrambi abilitati alla conduzione delle PLE. Infine, un caso particolare è dato dall’utilizzo della PLE per lo sbarco in quota: fermo restando che tale operazione è in genere vietata, se non con PLE all’uopo certificate, il recupero di emergenza di operatori sbarcati in quota da PLE, deve prevedere almeno un operatore a terra come negli altri casi, e la piattaforma deve avere una portata tale da poter trasportare, contemporaneamente, tutti gli operatori sbarcati.