Ogni cantiere è un prototipo legato alla particolarità del sito, alla stagionalità di quando si eseguono le lavorazioni e alla complessità del progetto. Il personale che opera nel cantiere ha un elevato avvicendamento della forza lavoro addetta a un processo produttivo, con carenza di soggetti professionali qualificati, per l’impoverimento progressivo delle competenze di quanti sono presenti in cantiere. All’interno del singolo cantiere è presente un elevato numero di microimprese, di lavoratori autonomi, con più mansioni, ma che si confrontano e tendono allo stesso risultato. La polverizzazione della dimensione di ogni singola impresa e la presenza preponderante di lavoratori stranieri, con consuetudini e con cultura diversa, complica ulteriormente lo scenario lavorativo. In un contesto del genere la sicurezza nei cantieri non può essere considerata solo un obbligo amministrativo burocratico richiesto da una Norma, ma deve essere una realtà condivisa da tutti gli attori del processo produttivo. La figura del coordinatore in fase di esecuzione assume quindi una particolare centralità, in quanto gestore del processo che assicura la sicurezza. Il coordinatore in fase di esecuzione ha funzioni e obblighi riconducibili al debito di sicurezza e quindi è investito di una posizione di garanzia. In particolare verifica sia l’applicazione che l’idoneità del piano di sicurezza, organizza la cooperazione e il coordinamento delle attività, segnala al committente o al responsabile dei lavori le inosservanze proponendo la sospensione dei lavori e disponendola personalmente in caso di pericolo grave e imminente. E’ quindi la figura centrale della sicurezza nel cantiere, con un carico di pesanti responsabilità personali e nei confronti della collettività.