Purtroppo solo quando avviene qualcosa di particolarmente drammatico si invoca attenzione sulla sicurezza del lavoro. Il tema viene trattato, impropriamente, sulla stampa non specializzata e la gente consolida convinzioni e sensibilità, non sempre utili, per affrontare l’ordinarietà del problema, così come si presenta tutti i giorni. Sempre si invoca una nuova legge o un inasprimento della repressione, affrontando un problema complesso con le soluzioni più immediate e più facili da comprendere. Gestire la complessità della sicurezza sul lavoro, disciplinare le molte parti correlate che la compongono è difficile, perché la sicurezza può essere governata solo con l’interazione consapevole tra le sue componenti e la visione d’insieme. Uno degli aspetti fondamentali, per contenere il problema degli incidenti sul lavoro, è la diffusione della cultura della sicurezza e dei modelli organizzativi che questa deve generare. Alla base di tutto risiede la necessità di dare alla formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro valori e contenuti, che possano essere condivisi dai lavoratori. Fintanto che il lavoratore si considererà estraneo a questi processi, non si potranno ottenere risultati adeguati. La formazione sulla sicurezza sul lavoro è un obbligo per tutti i lavoratori, come stabilito dal D. Lgs 81/2008 e ribadito dall’Accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016, ma è anche un diritto per ogni lavoratore che deve essere informato sui possibili rischi sul lavoro, essere istruito sull’utilizzo delle attrezzature e conoscere le procedure di prevenzione del rischio per evitare il danno. Il datore di lavoro ha l’obbligo di formare, informare e addestrare i propri dipendenti sulla sicurezza, ma non deve vivere questa prescrizione come un mero adempimento amministrativo, ma come una risorsa di crescita per l’azienda. Ogni lavoratore è una risorsa importante per l’impresa, per questo deve essere tutelato dai rischi tipici della sua mansione. La mancanza di adeguata informazione, formazione e addestramento sulla sicurezza, può comportare delle conseguenze gravose per l’azienda, quali infortuni, periodi di assenza, interruzione delle attività, danni economici, sanzioni penali, ritardi nelle consegne e malattie professionali. A questo si può arrivare solo a fronte di una consapevolezza condivisa tra datore di lavoro e lavoratori. Da qui bisogna partire se si vuole ottenere una reale prevenzione del rischio e si vuole limitare la possibilità di incidenti.