In un cantiere di installazione e di riqualificazione di impiantistica di processo, all’interno di un sito industriale, si è presentata la necessità di un intervento all’interno di un serbatoio interrato. L’attività si è immediatamente configurata come un lavoro in ambiente confinato. Infatti lo spazio di intervento consentiva l’ingresso/l’uscita non agevole di un operatore in un luogo che non era abitualmente luogo di lavoro, ma che temporaneamente lo diventava per opere di manutenzione e al suo interno erano presenti rischi chimici e fisici. Il datore di lavoro committente, verificata la qualifica, ha individuato un proprio rappresentante supervisore dell’attività. Essendo in possesso di adeguate competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro e avendo svolto le attività di informazione, formazione e addestramento necessarie, ho assunto il ruolo richiesto. Per ottemperare all’incarico ho acquisito la conoscenza dei rischi presenti nei luoghi in cui si sarebbero svolte le attività lavorative. Inoltre ho vigilato in funzione di indirizzo e coordinamento delle attività svolte dai lavoratori impiegati dalla impresa appaltatrice all’interno del luogo confinato e ho operato per limitare il rischio da interferenza di tali lavorazioni con quelle del personale impiegato dal datore di lavoro committente all’interno dello Stabilimento. Di particolare utilità è stato l’utilizzo del Permesso di Lavoro, che ha consentito di pianificare le attività e registrare gli interventi preliminari all’accesso dell’area di lavoro.