Il coordinatore, nel cantiere di restauro, ha affrontato interventi su manufatti esistenti e gravati da vincoli, con quello che ne consegue per l’organizzazione del lavoro. Si è confrontato con pesanti interazioni con l’ambiente circostante e con operatori sottoposti a posizioni poco confortevoli e per nulla ergonomiche. La attività di coordinamento è sempre stata tesa a far acquisire la necessaria conoscenza del cantiere, e dei rischi ad esso connessi, e orientata a sollecitare le necessarie misure di prevenzione.
Inoltre, quando non bastano le procedure previste dalla specifica mansione e quando il rischio si trasferisce da una lavorazione ad un’altra, deve essere determinata a far gestire i rischi residui con i dispositivi di protezione individuale. L’estrema eterogeneità degli interventi e delle tecnologie da porre in atto, gli apprestamenti ed i macchinari, la evidente unicità del manufatto su cui si interviene e la molteplicità delle attività comportano precisi vincoli di progetto per la sicurezza.
In fase di esecuzione la particolarità delle imprese operanti e la differenziazione per genere dei lavoratori, introducono la necessità di attenzioni, quali la gestione degli apprestamenti igienico sanitari, che, nel più maschile mondo dell’edilizia, sono ignorate. La interrelazione, con quanti possono visitare la zona di intervento, prevede l’introduzione di discipline comportamentali accettate e condivise.
I restauratori, i loro collaboratori ed i conservatori necessitano, molto spesso, di una attenta attività di coordinamento, che prevede anche momenti di formazione e di informazione, tesa ad instaurare uno spirito di collaborazione tra quanti operano nel cantiere di restauro.
Il coordinatore, nel cantiere di restauro, deve essere a conoscenza delle metodologie di restauro e di consolidamento strutturale e degli specifici rischi specifici della attività.