Il 2007 sarà ricordato per 2 episodi che hanno comportato la morte violenta di lavoratori.Prima l’esplosione del Molino Corderò di Fossano, con 5 vittime, poi la tragedia Tyssen Krupp a Torino, 7 caduti.
Di qui un’attenzione mediatica da autorizzare i non addetti ai lavori, a scrivere qualsiasi cosa trascurando i reali termini della questione: ossia, sicurezza e igiene del lavoro.
Sicurezza e promozione della dignità umana viaggiano di pari passo, tutelate fin dalla Carta Costituzionale. Sicurezza è un diritto per il lavoratore, la prevenzione dell’infortunio un dovere da cui nessuno si può esimere.

Ingegneri Torino 1
Si considera infortunio ogni evento avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro da cui derivi morte o inabilità permanente, assoluta o parziale (inabilità temporanea assoluta che importi l’astensione dal lavoro per più di 3 .giorni, ex art.2, c.1, D.P.R. 30/6/1965, n. 1124). La “causa violenta” è un fattore esterno, rapido e intenso che arreca danno o lesione all’organismo (Cass.29/8/2003, n. 12685) mentre l’ “occasione di lavoro” è la circostanza per cui l’infortunio è ricollegabile con nesso eziologico (di causa ed effetto) allo svolgimento dell’attività lavorativa (Cass. 11/12/2003, n.18980).
Come si attua la prevenzione dell’infortunio?
Su quali fondamenti poggia la scienza ingegneristica sull’attività di progettazione ed esecuzione della sicurezza nei luoghi di lavoro?
Pericolo è proprietà intrinseca a materiali, attrezzature, macchinari, metodi ed a procedure lavorative, potenziale causa di un danno.
Es: il lavoro in quota in cantiere può essere facilmente percepito come possibilità che il lavoratore cada.
Il rischio invece è la probabilità che si possa raggiungere il livello potenziale di danno, mentre s’impiegano (o ci si espone a) materiali, attrezzature, macchinari e a procedure lavorative. Nel lavoro in quota si tratta di valutare le possibilità che il lavoratore cada dalla postazione, mettendo in atto procedure che rendano impossibile la tragica evenienza.Bisogna quindi valutare il rischio, eliminarlo o ridurlo intervenendo all’origine.
La programmazione della prevenzione comporta la sostituzione di ciò che è pericoloso con quel che non lo è, il rispetto dei principi ergonomici e l’allontanamento dall’esposizione al rischio.
Per affrontare in sicurezza i cicli di produzione occorre porre in atto misure di protezione collettiva ed individuale, limitare il numero dei lavoratori esposti, usare cautela nell’uso di agenti chimici, biologici.e fisici.
La normativa regola il controllo sanitario dei lavoratori e l’adozione di misure igieniche e d’emergenza. La regolare manutenzione, istruzioni adeguate, informazione, formazione, consultazione e partecipazione, devono diventare, sul lavoro, un patrimonio condiviso.
Sicurezza viene dal latino “sine cura” traducibile in “senza preoccupazione”. Facciamo sì che il lavoro, per tutti, non sia più appunto, una preoccupazione.