Negli appunti sparsi del Congresso Nazionale di Rimini si può reperire questa frase :“Gli ingegneri possono dare il loro contributo fondamentale alla generale riqualificazione territoriale, strutturale, energetica, ambientale, etc. e nella rete delle infrastrutture immateriali (informatizzazione) necessarie per uscire da questo momento di involuzione”.
Questa argomentazione mi è tornata in mente quando ho saputo della disgrazia sulla Via dell’Amore nelle Cinque Terre.
Qual è il costo che il turismo ligure pagherà per questo episodio che, drammaticamente, ha coinvolto ospiti stranieri?
Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che l’inevitabile rinascimento di questa Nazione parta con un programma di “riqualificazione territoriale, strutturale, energetica, ambientale” e veda negli ingegneri i protagonisti della rinascita?
Queste domande al momento non hanno risposta, ma un Governo di Tecnici non le può ignorare. Il timido tentativo del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge mirato alla“valorizzazione delle aree agricole e al contenimento del consumo del suolo” va in questa direzione e, contrariamente a quello che pensano alcuni, favorisce la categoria, orientando il capitale privato al riuso del costruito, ambito in cui gli ingegneri si confrontano con competenza e con professionalità. Ma non basta.
Infatti, a fronte delle irreperibili risorse pubbliche, è necessario orientare il privato ad investire nella riqualificazione. Motivazioni di ordine culturale ed economico si devono fondere e consentire la partenza. Una diversa fiscalizzazione può essere di stimolo, ma sono gli italiani che devono cambiare.
Un Collega mi ha detto “la parola crisi nel linguaggio cinese viene scritta con due ideogrammi: il primo esprime paura, mentre il secondo esprime opportunità”.
Gli ingegneri devono dimenticare la paura e valorizzare le opportunità che questa crisi offre. In fondo siamo come in un dopo guerra e dobbiamo ricostruire.
Questa guerra non si è combattuta con gli eserciti, ma è stata egualmente devastante.
Gli ingegneri siano il rinascimento di questa Nazione.
Fulvio Giani, ingegnere libero professionista