In questi giorni il tema del costo reale della sicurezza è dibattuto tra gli addetti ai lavori e gli operatori del settore e alcuni spunti interessanti sono emersi nei Convegni e sulla stampa. Proviamo a evidenziare alcune di questi stimoli. In un recente intervento pubblico l’ing. Michele Candreva (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) ha ricordato come nel 2010 gli infortuni (circa 800.000) sul lavoro siano costati all’Italia (stima INAIL) circa 24 miliardi di euro. Inoltre ha evidenziato come investire in sicurezza ha un ritorno economico importante. Secondo quanto segnalato al Convegno Mondiale sulla Sicurezza e la Salute sul Lavoro organizzato da ILO e ISSA per ogni euro investito si guadagnano euro 2.20. Sfogliando il settimanale l’Espresso del 14 maggio 2015 ci si fa prendere dallo sconforto per quanto si legge a pag. 59 “… più di 1’200 operai sono morti nei cantieri avviati in Qatar per i mondiali di Calcio del 2022 a causa dei turni di 16 ore al giorno cui sono costretti con temperature che sfiorano i 50 gradi all’ombra … “. Contesti che a noi paiono incredibili, ma che nella competizione economica globale ci coinvolgono. Infine nel recente Forum Sicurezza OAT Torino 2015 il dott. Ciro Santoriello, Sostituto Procuratore del Tribunale di Torino, ha tenuto un interessante ragionamento sulla diseconomia dell’evento infortunistico, dove si è affermato che l’azienda, che cura la sicurezza, è più efficiente e che crea un prodotto qualitativamente migliore, in un humus di collaborazione tra capitale e lavoratori. Dove questo non avviene può essere anche ravvisata la responsabilità amministrativa delle società e degli enti, aspetto che ha particolarmente preoccupato i rappresentanti delle associazioni datoriali presenti. Tre diversi momenti di un dibattito che coinvolge tutti gli attori della sicurezza, le loro coscienze e la loro responsabilità.