Recentemente, con un gruppo di Colleghi, abbiamo organizzato eventi formativi con l’ausilio del metodo esperienziale. Tale apprendimento è basato sull’esperienza, sia essa cognitiva, emotiva o sensoriale, e si realizza attraverso l’azione e la sperimentazione di situazioni, compiti, ruoli in cui il soggetto, attivo protagonista, si trova a mettere in campo le proprie risorse e competenze, per l’elaborazione e/o la riorganizzazione di teorie e concetti volti al raggiungimento di un obiettivo. I lavoratori adulti, a cui si rivolge la formazione sulla sicurezza sul lavoro, si presentano agli incontri appesantiti dalle personali convinzioni su cosa è, nella pratica, questa materia. I discenti, letteralmente, pesano ogni affermazione del docente, in un clima di, non sempre cortese, contrapposizione. Con il metodo esperienziale gli allievi diventano agenti del processo formativo e non più soggetti passivi. Imparano la sicurezza “facendo” e per questo conservano più consapevolmente la nuova esperienza. Una delle metodologie usate è legata alla simulazione di un processo per un incidente sul lavoro. I discenti, in parte, rivestono il ruolo di vittima, di imputati e di difensori, mentre i rimanenti costituiscono alcune giurie popolari. L’aspetto ludico e teatrale dell’esperienza, non mette in secondo piano la correttezza formale dei concetti, che vengono esposti. In alcune occasioni, la spontaneità dei soggetti mette a nudo i vissuti personali e i timori professionali. I docenti, in veste di giudici, orientano le varie azioni, interrogando i discenti secondo i ruoli che hanno assunto e le imputazioni a cui devono rispondere. Ad oggi il clima è sempre stato di grande partecipazione e i soggetti coinvolti hanno sempre dimostrato entusiasmo e attenzione. Il risultato finale è la effettiva acquisizione delle informazioni trasmesse e la condivisione di una insolita, ma coinvolgente, esperienza formativa.